Ho pensato, per una volta almeno, di prendere in esame un libro che non parla di montagna, o di culture alpine, come solitamente faccio, ma bensì un testo all’apparenza infantile ma che porta, celato tra le righe, un profondo messaggio. Sulla quarta di copertina si legge, tra l’altro: in un mondo sempre più complesso e multiculturale, un antropologo spiega la bellezza delle differenze che caratterizzano il genere umano.
È evidente che un libro scritto da un antropologo non poteva non suscitare la mia curiosità, soprattutto se si tratta di un antropologo della levatura di Marco Aime, e devo dire che la mia curiosità è stata ampiamente premiata.
Il libro, un breve corso di antropologia pensato e scritto con stile piacevole e semplice, è destinato prevalentemente ai giovani, ai quali lo raccomando vivamente, ma anche a quegli adulti che hanno bisogno di strumenti critici per osservare il mondo con altri occhi.In un’epoca che vede contrapporsi da un lato emergenti e sempre crescenti fondamentalismi e dall’altro una società che si fa sempre più complessa e multiculturale, diventa quanto mai importante fare comprendere a un ampio pubblico il problema della differenza che caratterizza il genere umano. Una differenza che ha profonde radici storiche e culturali e che è il frutto delle risposte che i diversi gruppi umani hanno saputo dare ai differenti habitat con cui si sono trovati a convivere. L’uomo è un animale incompleto per natura e ha saputo colmare questo suo vuoto con la cultura, anzi, con le culture. È di questa differenza che il libro parla, rivolgendosi anche ai lettori più giovani, per spiegare loro, attraverso esempi e aneddoti, motivi e ragioni che muovono gli individui a comportamenti diversi, apparentemente strani, ma quasi sempre coerenti. Il tutto mediante una serie di dialoghi e racconti tra un antropologo e le sue due nipotine.Un breve estratto di un capitolo del libro:
– Zio, però non ci ha spiegato una cosa: se una volta eravamo tutti delle scimmie, allora eravamo tutti uguali. Come mai adesso siamo diversi, per esempio c’è chi ha la pelle nera, chi ha gli occhi a mandorla, chi è piccolo piccolo, chi altissimo..?
– Perché abbiamo i piedi.
– I piedi?
– Sì, se gli uomini avessero delle radici, come gli alberi, se ne starebbero sempre in un posto solo: quello dove sono nati. Ma non è così, abbiamo piedi e gambe e possiamo camminare. Così è successo che un milione di anni fa…..
E la storia, affascinante, continua…..
Uno dei pensieri più profondi espressi da Aime è senz’altro questo: – ……ecco, vedete, la forza del linguaggio: possiamo parlare di cose che non vediamo e con l’immaginazione riusciamo a vederle e capire di cosa stiamo parlando. È questa la grande forza dell’uomo: saper comunicare. Grazie a questo, si può trasmettere agli altri tutto ciò che noi abbiamo imparato. E ricordate le parole del mio amico Amadou: il sapere è l’unica cosa che si può regalare a piene mani, senza perdere nulla -.